Anniversari – Joseph-Marie Jacquard

Joseph Marie Jacquard (Lione, 7 luglio 1752Oullins, 7 agosto 1834) è stato un inventore francese.

Jacquard è conosciuto come l’inventore del Telaio Jacquard.

Il telaio Jacquard è un tipo di telaio per tessitura che ha la possibilità di eseguire disegni complessi. Si tratta di un normale telaio a cui si è aggiunto un macchinario che permette la movimentazione automatica dei singoli fili di ordito. Probabilmente la più importante invenzione nel campo dell’industria tessile, permette di produrre tessuti, anche molto complessi, con il lavoro di un solo tessitore. Per essere stata la prima applicazione ad aver utilizzato una scheda perforata, è considerato l’antenato del calcolatore.

Dall’enciclopedia Grolier si apprende che il telaio automatico costituisce la prima applicazione pratica delle schede perforate. Le schede comandano la tessitura di disegni e trame sui tessuti.
La creazione di Jacquard produce un vero boom nell’industria tessile e Napoleone I conferisce a Jacquard una pensione onoraria per aver brevettato la macchina.
La macchina incontra l’opposizione dei lavoratori del settore, ma ciononostante si diffonde rapidamente. Prima della realizzazione della Jacquard, infatti, i tessuti operati venivano eseguiti con un telaio azionato da un tessitore e da uno o due aiutanti che, stando sopra il telaio, azionavano il dispositivo per la formazione del passo, leggendo da un disegno o messa in carta.

L’incastellatura con schede da applicare a un telaio.

In realtà, pare che il prototipo del telaio Jacquard fosse stato realizzato nella seconda metà del secolo XV da un tessitore catanzarese, conosciuto a Lione come Jean le Calabrais. Quest’abile tessitore fu ospite di Luigi XI che fece arrivare alcuni esperti tessitori da Catanzaro per impiantare una manifattura tessile a Lione.

Il telaio introdotto da Giovanni il Calabrese (e oggi custodito nel Museo delle arti e dei mestieri di Parigi) suscitò già allora ostilità tra gli operai tessili che cercarono di ostacolarne la diffusione per il timore della disoccupazione nel settore.
La macchina infatti venne messa a punto a Lione negli anni tra il 1804 e il 1806 dallo stesso Jacquard, che ne aveva migliorato la meccanica combinando:

  • un suo precedente progetto, un telaio per tessere reti da pesca,
  • il sistema di Jacques di Vaucanson per il comando del telaio semiautomatico, basato sull’impiego di un tamburo metallico perforato e con l’utilizzo di schede perforate per il controllo dei disegni,
  • la macchina di Jean le Calabrais (perfezionata e adattata al nuovo uso).

A Schio (Vi) esiste un giardino botanico con un teatro interno a lui dedicato per volere del Sen. A.Rossi

Il telaio omonimo

Storia

Già dal 1787 era nato il telaio meccanico, mosso dal motore a vapore. Il francese Joseph-Marie Jacquard presentò nel 1801 un congegno frutto dell’elaborazione di precedenti progetti (la tecnica degli aghi e dei cartoni perforati di Basile Bouchon e Jean Baptiste Falcon e il cilindro di Vaucanson) destinato a rivoluzionare la produzione tessile del XIX secolo. Venne a sostituire i telai al tiro o a liccetti dove il tessitore era coadiuvato da un aiutante, spesso un ragazzo o bambino, che sollevava i licci tirando delle manopole poste su un lato del telaio.
La sua invenzione non fu inizialmente ben accolta dai tessitori per paura di perdere posti di lavoro, scatenò in Francia la rivolta dei Canuts (i tessitori di seta di Lione), ma si diffuse velocemente in tutta l’Europa.

Struttura

 

Le schede perforate (destra) e i licci

L’apparecchio è costituito da una struttura applicata sopra un telaio composta da un’incastellatura che regge:

  • un nastro formato da cartoni perforati
  • una catena di trascinamento che fa avanzare i riquadri perforati
  • una serie di contrappesi cilindrici collegati alle maglie dei licci.

    Funzionamento

    Ogni filo di ordito passa in una maglia di liccio (a livello del piano di lavoro). Ogni singola maglia di liccio è collegata, tramite una cordicella rinviata nel punto più alto, a un contrappeso cilindrico di sezione sottile (3–5 mm), inferiore comunque al diametro dei fori dei cartoni (in alto sopra il telaio). Quando i fori del cartone, permettono ad alcuni contrappesi di cadere, perché trovano libero il loro posto, le maglie dei licci ad essi collegate fanno alzare i fili di ordito che passano nel loro foro. Si crea così un’apertura di passo con alzati solamente i fili necessari per eseguire un determinato disegno o armatura. Il tessitore introduce il filo di trama e batte con il pettine. Alla battuta successiva il cartone avanza di un riquadro e i contrappesi trovano differenti buchi aperti dove cadono alzando i fili che formeranno la riga successiva del disegno.
    Rimane comunque un telaio manuale, il cambio della sequenza dei cartoni viene ottenuto dal tessitore azionando una leva o manopola, che collegata con corde, fa avanzare di un passo il meccanismo che porta un nuovo cartone sotto i contrappesi.
    Per i tessuti operati che richiedono più orditi (velluto con disegni, broccato, gobelin), l’ordito di fondo ha la sua serie di licci (tradizionali), collegati ai pedali, che permettono la movimentazione dell’armatura di fondo (tela, saia o raso) che viene alternata con battute del disegno. Il tessitore alternerà battute di fondo, schiacciando i pedali, a battute di disegno, in cui saranno i cartoni forati ad alzare solamente i fili del disegno o del pelo nel caso del velluto.

    Il telaio Jacquard elettronico

    I materiali oggi disponibili con le moderne tecnologie hanno permesso di ampliare notevolmente le possibilità di questo telaio, sia nelle dimensioni che nella velocità di lavoro. L’incremento nelle dimensioni riguarda sia la larghezza del tessuto che il numero dei singoli fili d’ordito controllati che sono arrivati a più di 10.000, questi numeri danno illimitate possibilità nella costruzione del disegno. L’incremento della velocità è dato sia dall’automazione dei movimenti meccanici sia dal controllo computerizzato degli schemi del disegno.

    Fonte: Wikipedia

    Condividi

    Creative Commons License
    Privacy e Cookie Policy - MuPIn - Museo Piemontese dell'Informatica